venerdì 19 dicembre 2008

Quale futuro per l'istruzione artistica

Giovedì 11 dicembre 2008, presso l'Aula Magna Istituto Statale d’Arte di Venezia si è svolto un convegno interregionale, sull'attuazione dell'art. 64 della legge 133 del 6 agosto 2008 nei Licei Artistici ed Istituti d’Arte (Il convegno è stato realizzato grazie alla collaborazione della sede nazionale CESP di Roma)

Sintesi degli interventi al Convegno
Docenti di vari istituti hanno segnalato i seguenti punti:
- Occorre sostenere la validità della proposta formativa degli istituti d’Arte perché la varietà degli indirizzi corrisponde alle richieste del territorio e delle famiglie (Vittorio Veneto).
- Viene anche ricordato che l’istruzione artistica costituisce il 3/100 del settore scuola, quindi essendo una nicchia è facilmente ignorata o sottovalutata in un paese che è noto in tutto il mondo per la sua creatività.
- L’Istituto d’Arte ha finora garantito un percorso di crescita anche per quei ragazzi che verrebbero esclusi da un percorso di istruzione superiore solo liceale (Cittadella), ma contemporaneamente una formazione qualitativa alta (Bologna) non è sempre garantita (viene citato il fallimento dei corsi di recupero su varie discipline per carenze linguistiche).
- Viene rimarcata l’importanza della didattica della storia delle arti visive (al plurale) intesa come elaborazione culturale (Padova) che parta dalla problematizzazione e che sia centrata sull’intercultura, visti i cambiamenti della società attuale.
- -Vi sono posizioni inconciliabili relativamente all’accorpamento fra ISA e LAS: gli istituti d’Arte (es, Udine) vedono la progettazione e i laboratori e più in generale la cultura del progetto come elemento cardine per il nuovo liceo, mentre nell’attuale liceo artistico non capiscono come mai le discipline grafiche, pittoriche etc. siano proposte nella proposta di riforma in modo separato rispetto al laboratorio artistico.
- Qualcuno propone di recuperare materie attraverso la riduzione delle ore a 50 minuti o con progetti antidispersione.
- Il Preside dell’ISAVenezia ricorda che nell’area professionale nel 2010 saranno previsti 11 indirizzi, ma sottolinea in modo molto forte che insistere nella specificità degli ISA può essere un rischio per il loro futuro: si potrebbero spostare, in modo inglorioso, nel settore della formazione professionale, trasformandosi in scuole che addestrano e non in scuole che formano. Inoltre le scuole professionali dipenderanno dalle regioni e a molti appare come una situazione di precarietà. Gli ISA sono invece il luogo dove si esprime una manualità colta, un laboratorio in grado di sperimentare la progettualità come elaborazione culturale e non come un luogo dove escono semplicemente dei prodotti.
- Da Macerata viene la proposta di costituire campus artistici caratterizzati da un raddoppio dell’offerta formativa: Liceale, dove confluiscono le attuali sperimentazioni, Tecnico (dove confluiscono i corsi di ordinamento. È chiaro che qui è importante la contrattazione con i governi locali ai quali si possono offrire laboratori già funzionanti nei settori che si intendono mantenere (per la grafica sarebbe abbastanza difficile, perché non abbiamo sviluppato il settore prestampa, e i laboratori di computer non sono sufficienti). Per il professionale si potrebbero scatenare concorrenze con corsi già esistenti.
- Abbiamo avuto un documento redatto dagli Istituti d’Arte Abruzzo e Marche che esprime molti punti di convergenza con la nostra posizione attuale e che mi pare il caso di fare nostra.

Nessun commento:

Posta un commento