venerdì 19 dicembre 2008

Indirizzi approvati per il LAS dal CDM, alle ore 12,45 di ieri

Gli indirizzi approvati per il LAS ieri alle 12,45 dal CDM sono figurativo-design-new media.
Nel sito del Ministero la conferenza del Ministro Gelmini
Foto da Repubblica, da un articolo di novembre

La nuova istruzione artistica liceale

Lo stato delle cose

In Italia l’istruzione artistica nelle scuole secondarie superiori è svolta dagli Istituti d’Arte e dai Licei Artistici. Il corso quinquennale, costituito da un mix. di materie di base e di materie di indirizzo, conduce al Diploma di maturità artistica.
Gli Istituti d’Arte non sono distribuiti uniformemente sul territorio nazionale ma sorgono in zone storicamente caratterizzate da particolari realtà socio-produttive, tutte comunque derivanti dall’artigianato artistico. Gli attuali I.S.A. costituiscono spesso il prodotto di istituzioni scolastiche precedenti, nate nell’Ottocento e legate all’apprendimento delle arti e dei mestieri . I Licei Artistici sono nati negli anni ’60. I 223 Istituti d'Arte pubblici e privati (per la grande maggioranza statali, alcuni regionali) sono presenti nelle 20 regioni. I 167 Licei Artistici pubblici e privati sono presenti in tutte le regioni, tranne Friuli, Trentino-Alto Adige, Umbria e Valle d'Aosta.
In totale abbiamo quindi 390 scuole pari a quasi il 4% delle scuole superiori di II grado, così divise nelle regioni italiane:


Le cifre in grassetto evidenziano la predominanza di ciascuna tipologia di scuola all’interno di ciascuna regione. Dalla tabella si evince che gli ISA sono maggioritari in tutte le regioni tranne che nel nord-ovest (Liguria, Lombardia e Piemonte) dove il numero di Licei Artistici è più alto.


LE MATERIE - area di base e area di indirizzo

L’AREA DI BASE: si occupa di fornire all’allievo le conoscenze classico-scientifiche. Premesso che le distinzioni tra gruppi di materie sono sempre discutibili, con una certa approssimazione possiamo dire che le materie in vario grado ricorrenti nel percorso dell’istruzione artistica liceale (ISA compresi) sono state fino ad ora le seguenti:

AREA UMANISTICA: Italiano, Storia, Ed. Civica, Storia dell’arte, Filosofia, Inglese, Diritto ed economia, Sociologia, Religione o materia alternativa.

AREA SCIENTIFICA: Matematica, Fisica, Scienze, Chimica, Geografia, Tecnologia.

AREA DI INDIRIZZO: fornisce all’allievo le conoscenze e le competenze relative al settore delle arti visive. Possiamo comunque elencare le discipline afferenti al Disegno e alle sue ramificazioni:

Discipline pittoriche: Disegno dal vero / Analisi della forma / Figura disegnata / Ornato disegnato / Metodologia e tecnica figurativa / Rilievo pittorico / Educazione visiva / Comunicazione visiva / Elementi del linguaggio visivo / Computer grafica.

Discipline plastiche: Plastica / Rilievo plastico / Figura modellata / Ornato modellato / Metodologia e tecnica tridimensionale.

Discipline geometriche: Disegno geometrico / Geometria descrittiva e rilievo architettonico/ Elementi di architettura / Prospettiva / Computer grafica.

Questo tris di discipline, nate per formare rispettivamente il pittore, lo scultore e l’architetto, ad un certo punto si sono rivelate insufficienti e, nel campo dell’istruzione artistica a partire dagli anni ’60 –’70 (in concomitanza con fortuna del design italiano) si è dato avvio all’insegnamento della Progettazione. Questa materia, nata dal grembo degli architetti, ha poi trovato una sua autonomia metodologica e operativa agganciandosi alla varietà e alla qualità delle nostre creazioni manuali, sia in campo produttivo (industria e artigianato) che in campo educativo (accantonamento del mero addestramento manuale in favore, oltre che della trasmissione delle tecniche, della ricerca e sperimentazione di laboratorio). Il progettista, protagonista e coordinatore di un team-work, utilizza indifferentemente strumenti e metodi pittorici, plastici e geometrici per il suo lavoro.

Discipline progettuali: Disegno professionale / Progettazione / Design.

Laboratorio di arti applicate: per la verifica di laboratorio il designer si avvale di specialisti delle varie tecniche artistiche che possono realizzare bozzetti, modelli e plastici, completi o parziali, in scala o al vero, dei suoi progetti.

Mi sembra questa, molto in sintesi, la funzione e l’identità di base nell’insegnamento delle arti visuali oggi.


UNA SITUAZIONE PROBLEMATICA
Ciò detto e se sostanzialmente si può condividere il quadro fin qui delineato, possiamo chiederci quale potrebbe essere il percorso formativo ideale per un giovane che, sulla base di una sua predisposizione e interesse specifico, volesse diventare un operatore nel campo grafico/pittorico, nel campo della scultura e del fare plastico, nel campo dell’architettura, nel campo del disegno industriale.
E qui comincia il terreno impervio ma fertile dell’impostazione che noi (quanti più possibile) vorremmo dare a questo curriculum.
Intanto potremmo cominciare a fare delle ipotesi ponendo delle domande ai colleghi e poi, sulla base delle risposte, fissare dei paletti.

Domanda n.1 (per gli ISA): sembra che i dirigenti ISA siano stati convocati in alto loco dove avrebbero in maggioranza dichiarato di condividere l’ipotesi di confluire nei nuovi L.A. Siamo tutti d’accordo su questa strada? Voglio ricordare che l’altra opzione consiste nell’entrare invece nel canale della Formazione regionale, percorso che di fatto porterebbe: 1.l’allievo alla Qualifica ma non alla Maturità - 2.gli operatori scolastici a diventare dipendenti regionali con, credo, accentuazione della mobilità e precarietà del proprio posto di lavoro.

(E’evidente che tutti noi, in quanto cittadini e spesso genitori, vogliamo in primo luogo il bene della collettività, ma perché la discussione possa essere scevra da legittime preoccupazioni di carattere personale (Cosa mi faranno fare se perdo la cattedra? Dove, cosa e a chi insegnerò, se insegnerò ancora?) le istituzioni dovrebbero fornire le opportune garanzie occupazionali, cosa che è difficile che avvenga invece in questo momento di crisi economica dove cassa integrazione e licenziamenti dilagano, dove l’indennità di disoccupazione in Italia è irrisoria, ecc.)

Una terza via, che a questo stadio è per noi fantascienza, sarebbe stata l’assimilazione agli Istituti Tecnici ma qui ci manca lo sponsor, cosa che invece gli ITI sembra avranno con Confindustria. Naturalmente qui non si parla di mecenatismo e chi elargisce denaro poi pretende anche… si veda l’allegato con le Linee di intervento per il riordino degli istituti tecnici - Confindustria education - Ottobre 2008

Sicché a questo punto della disamina l’unica amara via da percorrere sembra essere quella della confluenza nei nuovi Licei. Pagheremo il ritardo della politica che doveva riformare le superiori già dagli anni ’80; non l’ha saputo fare e le scuole si sono organizzate con progetti assistiti, nuovi percorsi, c’è stata concorrenza e proliferazione di corsi.
E ora la riforma per noi (operatori e utenti) sarà inevitabilmente dolorosa perché senza ammortizzatori.
Una proposta: chiedere che in via transitoria, cioè fino a che non vada a regime il nuovo sistema (a.s. 2015/16), il personale in servizio ma in esubero sia comunque utilizzato in codocenza, su progetti di alternanza scuola-lavoro, gestione sito scolastico, lavorare alla Certificazione di qualità, ecc., in attività didattiche che portino efficienza, benessere nella quotidianità, miglioramento all’organizzazione del sistema.
Le loro decisioni mireranno invece unicamente a risparmi economici: trasferimenti d’ufficio, anche interprovinciali, maxiaccorpamenti di classi di concorso, insegnanti frettolosamente riconvertiti per altre materie, il sostegno ai disabili imposto a docenti frustrati e impreparati al compito.


PROPOSTE CONCRETE: quali e quante materie in quante ore

1. la quantità: evitare materie con 1 sola ora settimanale. Non siamo all’Università, non abbiamo di fronte degli adulti o dei soldati. Siamo realistici, 10 minuti per l’appello, le entrate in ritardo (giustificate e non) e le uscite anticipate con il permesso, l’ora dopo l’intervallo... e di fronte non 30 spettatori ma 30 individui in crescita, a cui insegnare e a cui prestare attenzione.
2. la quantita’: Stabilire un nesso, per altro ovvio, per il quale più aumentano le materie che necessitano di esercitazione pratica più bisogna avere tempo a disposizione. Il liceo classico potrà anche andare bene con 28 – 30 ore ma noi dell’area di indirizzo abbiamo bisogno di parecchie ore in più. Proposta: 36 ore settimanali 6 ore x 6 gg. e lavoriamo su questo quadro. E’ vero, prima bisognerebbe decidere il contenuto e poi il contenitore ma sono tantissime le materie importanti e noi dobbiamo scegliere, quindi diamoci un tetto e cerchiamo di starci dentro.
3. la qualità: Fissare il numero e il tipo di indirizzi. Ad esempio il D.L. 17/10/2005, n.226 prevedeva la confluenza di almeno venti (20) degli attuali percorsi che si svolgono nei LA e negli ISA in uno (1). E’ il caso di “Arti figurative” che fagocita due decine di indirizzi attuali ma, prodigioso!, non risulta 20 volte più grande, è anzi 20 – 30 volte più piccolo. L’indirizzo “Architettura Design Ambiente” ne accorpa 17, mentre l’indirizzo “Audiovisivo multimedia scenografia” ne accorpa solamente 3. Allora qui risulta chiaramente che è stata fatta una scelta a suo tempo che penalizza fortissimamente le sezioni storiche delle nostre scuole per favorire invece un indirizzo allo stato attuale assolutamente minoritario. In sintesi: “Arti figurative” e “Architettura Design Ambiente” si divorano 37 percorsi ma quante sono le scuole che oggi hanno questi indirizzi? Sono tantissime! “Audiovisivo multimedia scenografia” ingloba invece 3 percorsi e vorrei sapere quante sono le scuole che hanno tali percorsi nella loro offerta formativa. Non ho i dati sottomano ma credo pochissime. E’ una scelta dolorosa ma pedagogicamente necessaria per stare al passo con la rivoluzione tecnologica e digitale? E’ o non è la cinematografia l’ultima nata tra le arti ma anche quella che le riassume tutte? Questo nuovo percorso è, per i giovani, sicuramente attraente ma sarà un bene sottrarre alla moda, all’oreficeria, alla scultura, all’architettura e al design tante giovani intelligenze per formare, e lo dico con tutto il rispetto, una gran numero di registi, web-designer e scenografi?
4. la qualità: decidiamo la percentuale da dedicare all’area di base e quella da dedicare all’area di indirizzo, ad esempio 60% e 40%.
5. Le lingue: l’introduzione della seconda lingua comunitaria è, a mio avviso, eccessiva.

Mi scuso per la lunghezza, ma c’è tanta carne al fuoco! Ora ci vogliono contributi costruttivi, in particolare dai colleghi dei Licei (ordine di scuola di cui non ho conoscenza diretta) per costruire una piattaforma di proposte attuabili.
Fabrizio Mancassola, docente ISA

Indirizzato al Ministro dell'Istruzione

Un documento di docenti, studenti, genitori degli Istituti d'Arte della Regione Campania.
Alla cortese attenzione del MINISTRO dell'Istruzione, Ricerca ed Università della Repubblica italiana
Premesso che
l'Italia è la nazione con la maggior concentrazione di opere d'arte al mondo, ne consegue che la cultura della tutela e della salvaguardia di esse, quale esigenza prioritaria per la collettività, deve passare anche e soprattutto attraverso una maggiore responsabilizzazione ed educazione di coloro i quali, un domani, si troveranno ad amministrare, gestire e tutelare questo enorme patrimonio;
nelle diverse realtà locali di alta e qualificata produzione artistico - artigianale, sono attivi e radicati fortemente nel proprio territorio istituti d'arte che continuano a promuovere nei giovani vocazioni artistiche legate alla tradizione, all'uso creativo delle nuove tecnologie, all'innovazione, alla tutela del patrimonio artistico;
allo stato attuale, in molti istituti statali d'arte sono attivi corsi ordinari (che prevedono un esame di Maestro d'Arte alla fine del triennio, con la possibilità di continuare con un biennio per il conseguimento del Diploma di Stato d'Arte Applicata) e corsi sperimentali (che, invece, prevedono un biennio ed un triennio di specializzazione con esame di Stato finale);
l'istituto Statale d'Arte è costituito da corsi ordinari di arte dei metalli e oreficeria, grafica, ceramica, arredamento e design e da corsi sperimentali Michelangelo con indirizzo grafico, immagine fotografica,filmica / televisiva, rilievo e catalogazione dei beni culturali, moda e costume, pittura e decorazione pittorica;
gli istituti d'arte, dunque, affiancano ad un curricolo centrato sulla costruzione dei saperi comuni agli istituti secondari la preziosa tradizione del laboratorio inteso come luogo di progettazione, sperimentazione, realizzazione e creatività. Patrimonio questo che non può essere disperso, soprattutto nell'epoca della cultura globale e della economia post industriale; l'identità culturale è presupposto per una reale e proficua integrazione e per la costruzione di una cittadinanza transazionale
• da troppi anni, proprio gli istituti d'arte risultano mortificati sia da un punto di vista legislativo, che nei loro principi costitutivi;
• è fondamentale ribadire l'importanza delle discipline caratterizzanti, quali Progettazione di indirizzo, Laboratori, Discipline geometriche, Discipline pittoriche e plastiche;
• in una cultura globale, l'esigenza di inserire negli ordinamenti dell'istruzione artistica una lingua straniera è imprescindibile e condivisibile;
• le nuove indicazioni, gli obiettivi di Lisbona e le attese dell'Ocse evidenziano con chiarezza la necessità di strutturare i curricula attorno alle competenze e non solo sulle conoscenze ed abilità. Si sottolinea che un percorso teorico, pur centrato sulle discipline di studio, non può non essere affiancato da metodologie laboratoriali e progettuali fondate su metodi educativi aggiornati ed attuali, quali ad esempio il cooperative learning, il problem solving e il problem posíng e la ricerca didattica continua.
• gli istituti d'arte, per la loro specificità e natura, realizzano in tale ottica percorsi didattici che rispondono appieno a tale prerogativa, fondando la propria offerta formativa non solo sugli apprendimenti disciplinari, ma anche sulla rielaborazione creativa di questi, in competenze spendibili in progettualità e creatività.
Alla luce dell'applicazione della L. 53/2000, della L. 226/2005, nonché nella prospettiva della Nuova Normativa sulle Scuole Secondarie di II grado, nella sez. relativa al riordino degli ordinamenti e dell'orario obbligatorio di lezione, risulta evidente che non vi è alcuna menzione degli Istituti Statali d'Arte, mentre sono contemplati i licei classici, scientifici e delle scienze umane, i licei artistici, musicali e coreutici e gli istituti tecnici e professionali.
Per quanto sopra esposto, si propone:
1. la conservazione e l'accentuazione della nostra specifica tradizione;
2. di confermare l'ordinamento statale, anche perché, il più delle volte, le Regioni hanno tanti e tali problemi che quello dell'Arte e della sua tutela rischia di non trovare voce. II patrimonio artistico rappresenta, invece, una grande ricchezza non solo per la nostra nazione, ma anche per l'intera umanità ;
3. la possibilità di rigualificare gli ordinamenti e gli indirizzi salvaguardando le specifiche ore di progettazione e di laboratorio, che rappresentano il cuore del sistema di istruzione degli Istituti D'Arte ;
4. la possibilità di definire nell'ottica della riforma delle scuole secondarie di II grado, gli Istituti D'Arte come LICEI D'ARTE, poiché fondati su un curricolare segnatamente artistico - culturale e non come TECNICI e / o Professionali; percorsi, questi ultimi, totalmente distanti dalla nostra formazione ;
5. di inserire lo studio della Lingua Inglese a partire dal primo anno di studi in tutti gli indirizzi;
6. di prescindere, ai fine del dimensionamento e dell'accorpamento degli Istituti, dal numero previsto di 500 unità, in ragione della unicità della formazione degli istituti stessi;
7. di prevedere specifici finanziamenti per l'istruzione artistica, atti a valorizzare la scuola e la qualità della formazione delle nuove generazioni;
8. di prevedere la possibilità per gli Istituti d'Arte, di poter accogliere anche l'indirizzo MUSICALE E COREUTICO che trova armonioso inserimento nell'Universo Arte, come emerso dai numerosi dibattiti / convegni nazionali, ancora in corso.
Certi di trovare la dovuta attenzione e sensibilità al problema posto, si resta a disposizione anche per un incontro di approfondimento sulle problematiche poste.
Cordiali saluti.
I DS, i docenti, gli studenti, i genitori degli Istituti Statali d'Arte
della Regione Campania

Quale futuro per l'istruzione artistica

Giovedì 11 dicembre 2008, presso l'Aula Magna Istituto Statale d’Arte di Venezia si è svolto un convegno interregionale, sull'attuazione dell'art. 64 della legge 133 del 6 agosto 2008 nei Licei Artistici ed Istituti d’Arte (Il convegno è stato realizzato grazie alla collaborazione della sede nazionale CESP di Roma)

Sintesi degli interventi al Convegno
Docenti di vari istituti hanno segnalato i seguenti punti:
- Occorre sostenere la validità della proposta formativa degli istituti d’Arte perché la varietà degli indirizzi corrisponde alle richieste del territorio e delle famiglie (Vittorio Veneto).
- Viene anche ricordato che l’istruzione artistica costituisce il 3/100 del settore scuola, quindi essendo una nicchia è facilmente ignorata o sottovalutata in un paese che è noto in tutto il mondo per la sua creatività.
- L’Istituto d’Arte ha finora garantito un percorso di crescita anche per quei ragazzi che verrebbero esclusi da un percorso di istruzione superiore solo liceale (Cittadella), ma contemporaneamente una formazione qualitativa alta (Bologna) non è sempre garantita (viene citato il fallimento dei corsi di recupero su varie discipline per carenze linguistiche).
- Viene rimarcata l’importanza della didattica della storia delle arti visive (al plurale) intesa come elaborazione culturale (Padova) che parta dalla problematizzazione e che sia centrata sull’intercultura, visti i cambiamenti della società attuale.
- -Vi sono posizioni inconciliabili relativamente all’accorpamento fra ISA e LAS: gli istituti d’Arte (es, Udine) vedono la progettazione e i laboratori e più in generale la cultura del progetto come elemento cardine per il nuovo liceo, mentre nell’attuale liceo artistico non capiscono come mai le discipline grafiche, pittoriche etc. siano proposte nella proposta di riforma in modo separato rispetto al laboratorio artistico.
- Qualcuno propone di recuperare materie attraverso la riduzione delle ore a 50 minuti o con progetti antidispersione.
- Il Preside dell’ISAVenezia ricorda che nell’area professionale nel 2010 saranno previsti 11 indirizzi, ma sottolinea in modo molto forte che insistere nella specificità degli ISA può essere un rischio per il loro futuro: si potrebbero spostare, in modo inglorioso, nel settore della formazione professionale, trasformandosi in scuole che addestrano e non in scuole che formano. Inoltre le scuole professionali dipenderanno dalle regioni e a molti appare come una situazione di precarietà. Gli ISA sono invece il luogo dove si esprime una manualità colta, un laboratorio in grado di sperimentare la progettualità come elaborazione culturale e non come un luogo dove escono semplicemente dei prodotti.
- Da Macerata viene la proposta di costituire campus artistici caratterizzati da un raddoppio dell’offerta formativa: Liceale, dove confluiscono le attuali sperimentazioni, Tecnico (dove confluiscono i corsi di ordinamento. È chiaro che qui è importante la contrattazione con i governi locali ai quali si possono offrire laboratori già funzionanti nei settori che si intendono mantenere (per la grafica sarebbe abbastanza difficile, perché non abbiamo sviluppato il settore prestampa, e i laboratori di computer non sono sufficienti). Per il professionale si potrebbero scatenare concorrenze con corsi già esistenti.
- Abbiamo avuto un documento redatto dagli Istituti d’Arte Abruzzo e Marche che esprime molti punti di convergenza con la nostra posizione attuale e che mi pare il caso di fare nostra.